Diari di viaggio › Centroamerica 2014

Martedì 4 marzo, ore 5:58 - Chinandega

Ieri sera sono andato a letto prestino, verso mezzanotte c'era un qualche automezzo che girava per il quartiere con un altoparlante: annunciava che era morta la signora tizia invitando credo a partecipare ai funerali. Ho dormito bene, anche qua, come a León, quasi zero zanzare, ce n'era una ma l'ho fatta fuori subito. Noto alcuni dettagli, una topaia non deve trascurarli: l'asciugamano c'è ma è logoro, un po' macchiato e soprattutto strappato. Saponette ce ne sono: due nuove e una molto usata - per farti provare l'ebbrezza dei peli del precedente inquilino.

Stamani poco dopo le quattro i primi rumori di gente che si alza: il tetto è di bandone per cui si sente tutto nelle stanze vicine. Verso le 5 e spicci iniziano a mettere anche un po' di musica, immagino cosa succederebbe in un albergo italiano, comunque ho dormito abbastanza e mi alzo. C'è un gruppo, giovani, che sta salendo su un pick-up con degli zainetti. Chissà dove vanno, forse Messico o Stati Uniti, ma magari molto più vicino. Mi sto ancora svegliando e mi manca il riflesso per chiederglielo. Però chiedo dove posso far colazione al distributore; non è vicinissimo ma mi dirigo là: a quest'ora c'è già gente per strada ed è evidentemente più sicuro di ieri "notte". Passo per un mercato che sta per aprire mentre albeggia, una scena surreale, un ragazzo che forse mi ha sentito domandare mi chiede se voglio un caffelatte e mi guida nel mercato in un posticino dove prendo uncaffelatte e pane e burro per 12 cordoba, non male.

Torno verso casa, non resisto alla tentazione di scattare un paio di foto nel mercato, un po' rendono l'idea... l'albergo fa anche da deposito per i bicitaxi e il primo tassista mattiniero esce dal cortile pedalando nella luce dell'alba. Intanto metto in ordine le idee: la simpatica topaia non è un covo di delinquenti o un motel per prostitute. La notte infatti è stata tranquillissima. E' solo un posto di lavoratori e probabilmente migranti. 150 cordoba sono tantissimi, è quello che pagavo all'ostello a León dove vabbè che era uno stanzone con letti condivisi, ma nulla a che vedere: wi-fi, piscina, biliardo per non parlare semplicemente della pulizia. Evidentemente qui fanno pagare parecchio una stanza ai migranti o viaggiatori che siano, che di solito ci dormiranno in 3 o 4. Ecco perché "non conviene dormirci da soli": forse il ragazzo esitava  solo prima di darmi quella che per lui era una solenne fregatura.
Ora vado a fare una passeggiata...

Lunedì 3 marzo ore 20:00 - Chinandega

Ieri in effetti sono stato quasi tutto il tempo in albergo, per fortuna la gringa simpatica  mi ha offerto il pranzo/cena sennò mi toccava cambiare gli euro coi coyote... la sera sono anche uscito con Katia, la bergamasca simpatica conosciuta ad Ometepe e che per curiosa coincidenza sta nel mio stesso ostello a León. Stavolta non mi sono potuto fare offrire nulla perché anche lei era senza una lira e quindi l'ho accompagnata mentre si mangiava un pollo con un stoico "non ho fame". Poche novità anche in serata, tranne che rimettendo a posto il computer ho involontariamente terrorizzato la gringa che dorme proprio al lato del mio armadietto (colpa sua, in pratica mi ha fregato il posto). Quando ha visto la mia sagoma vicino al suo letto nel buio ha lanciato un urlo terrificante che manco Petra Magoni. Per non spaventarla ulteriormente ho rinunciato a mettere nell'armadio marsupio ed occhiali, e li ho lasciati nel letto. Peccato che stavolta vai a sapere perché mi devo essere mosso nel sonno e ho acciaccato gli occhiali: lente incrinata e stanghette fuori combattimento, stavano su per puzza e per miracolo.
Stamane dopo colazione sono andato in banca e dopo numerosi giri per trovarne una che cambiasse Euro ed una bella fila sono tornato quasi ricco e appena in tempo per vedere un'altra amica, che mi aveva dato appuntamento vicino l'albergo: è gradevole, tra l'altro con un aspetto stranissimo per una nicaraguense: pelle chiarissima lentigginosa, più da tedesca o da inglese che da italiana... magari è la bis-bis-nipote di un pirata... comunque ci prendiamo un frullato mi fa vedere dov'è un ottico che forse può aggiustare i miei occhiali - ma ora è chiuso per pranzo - e poi la riaccompagno in albergo. Poi vado subito a far riparare gli occhiali, è una soluzione provvisoria ma in mezz'ora li ho di  nuovo al naso spendendo due lire. Uno dei momenti più belli del soggiorno a León è la visita all'associazione studentesca sandinista. Il compagno che mi fa entrare è pieno di entusiasmo, ci salutiamo con un  "hasta la victoria siempre" per nulla retorico. Poi torno in albergo e m'informo: non sanno se c'è un ferry da Corinto per il Salvador, tocca andarci via Chinandega e informarsi. Comunque ci sono autobus per il Guatemala a 80 dollari. Un abbraccio a Gema e sono di nuovo on the road...
Alla stazione mi dicono che il ferry c'è, pare che parta la sera, prendo il "taxi" per Chinandega - che in realtà è una "combi", un pulmino piuttosto grande, arrivo dopo un'oretta e prendo la coincidenza per Corinto. Nella breve attesa a Chinandega penso che conoscerò solo la sua stazione degli autobus. Come vedremo mi sbagliavo.
Arrivo a Corinto e un ciclotaxi mi porta al porto. Lo guida un salvadoregno che è qua da trent'anni, è scappato quando c'era la guerra poi "lo hanno preso" (?) e alla fine è rimasto qua e ha messo su famiglia con una nicaraguese. Scarichi a cielo aperto, casette quasi baracche: qui se la devono passare malino. Tanto per cambiare il ciclomedonte mi raccomanda di fare attenzione con la macchina fotografica, dice che è pieno di drogati. Arrivo al porto e vado agli uffici, invece di un ufficiale della capitaneria mi accoglie un tipo molto ma molto gay che mi dice che ferry non ci sono. Insisto, s'informa e nisba, niente ferry. Si possono prendere degli autobus per il Guatemala da Chinandega, ma posso fermarmi qua a dormire. Va bene, mi può consigliare un hotel? Quasi mi ci accompagna, mi raccomanda di non sbagliarmi... ho più di un mezzo sospetto che stasera me lo trovo in stanza a pi greco mezzi... non lo saprò mai perché all'ostello l'impiegato gentilissimo mi consiglia di andare a Chinandega: spesso gli autobus partono prestissimo e rischio di perderlo. Ok, addio Corinto dove forse non lascio un cuore spezzato ma assai probabilmente un culetto deluso...
Altro bicitaxi, altro "taxi" e rieccomi a Chinandega. Qui trovo un ciclotaxista molto servizievole ma totalmente scemo, comunque mi porta alle "escursioni" cioè a una casetta tipo taqueria da quattro soldi che è dove si prendono gli autobus. Partono alle dieci o forse a mezzogiorno, costo 30 dollari. Bene e per dormire qui vicino? Ostello Papagay o qualcosa del genere. Il taxista dice che forse si potrebbero risparmiare un paio di dollari in un'altra "agenzia di viaggi" non troppo distante, andiamo e in effetti qui parte alle 11 e costa 25 dollari. strano però che il nome dell'agenzia sia lo stesso... mah... anche lì mi consigliano lo stesso ostello, così ci avviamo.
In tutti questi giri sull'acciottolato le sospensioni inesistenti del bici taxi mi massacrano le costole. Sto meglio, riesco a camminare anche con lo zaino ma certo non sono esattamente in forma... Ci avviciniamo a destinazione... Anche uno molto distratto si sarebbe accorto che le viuzze in cui mi trovavo non erano di un quartiere di lusso. L'unico ostello dei dintorni, quello raccomandato, è una topaia 5 stelle nelle guide dei bacarozzi. Straordinaria l'accoglienza: un ragazzo mi chiede se voglio una stanza. "sì" - "per dormire?" sto per rispondergli che no, voglio solo ballarci il tip-tap, poi lascio perdere e rispondo di sì. Capirò solo in ritardo che le stanze mica si affittano solo per la notte, per dormire... comunque il tipo mi dice che "da solo non mi conviene molto dormire qui perchè è caro". Taccio. Silenzio."Vuole sapere il prezzo?". Cioè manca solo che mi scacci a bastonate. Non so se ha scommesso con gli amici che riesce a perdere il prossimo cliente. Comunque alla fine il prezzo è 150 cordoba, non caro (sono meno di 5 Euro) ma carissimo rispetto alla stanza. Oddio stanza è una parola grossa. Una topaia peggio di questa l'avevo vista solo in Guatemala 16 anni fa... c'è un cortile sterrato con un paio di cani randagi poco simpatici, nella "reception" un vecchio scatarra e sputa ripetutamente per terra, mi registrano e poi vado in "stanza". La chiave serve per un lucchetto perché la serratura non funziona, del resto anche il lucchetto ogni volta che si apre si smonta. Dà l'idea del posto dove gli scarafaggi come minimo hanno l'Aids. Va beh pago, mollo lì lo zaino e mi faccio indicare un posto dove mangiare. L'unico è a due isolati e rotti perché ormai è notte fonda, sono le 6 e mezza. Qui vanno a letto prima delle galline, ed è tutto chiuso. Strada facendo noto che mi deve dire culo per fare il tragitto all'andata e al ritorno senza grane. E sperando di ritrovare la zaino quando torno. Aggiro un alcolizzato all'angolo e arrivo in una stamberga da film: altro che i "peggiori bar di Caracas". E sta pure chiudendo, per un piatto di costolette di maiale chiedono ben 140 cordoba ma chissene, ho fame, non ho pranzato e non ho nemmeno preso la pasticca. Ci mettono parecchio a prepararle, l'atmosfera è tranquilla, una delle donne della locanda prova a chiacchierare un po' con me, ha tutto le phisique du role di una ex passeggiatrice, solo che sono quasi certo che sia ancora in attività e che se tanto tanto le do un minimo di spago mi offre i suoi servigi. Oggi direi che da Corinto a Chinandega in quanto a potenziale attività sessuale siamo decisamente in ribasso...
Finita la cena torno a casa, all'angolo l'alcolizzato adesso è steso per terra e mi fornisce un'utile indicazione toponomastica: è proprio l'angolo di prima. Vedi tu se a volte i barboni non servono... arrivo sano in albergo, chiedo se vendono sigarette e no, ma lì davanti le vendono, invece neppure là quindi stasera fumerò poco  per forza. Mi chiudo in stanza con la ferma intenzione di non mettere il naso fuori. L'accoglienza di poco fa può anche significare che in quel posto vogliono altri tipi di clienti: magari puttanieri, ma forse anche narcos o roba del genere. Meglio volare bassino direi. Tanto non devo uscire nemmeno per fumare: me lo suggerisce una cicca usata sul pavimento.
Non ho nulla da fare, mi collego un po' a Facebook con cellulare - ovviamente qui internet non c'è, il router dev'essere morto di colera. Faccio un paio di foto alla stanza, gentilmente viene fuori anche un bacarozzone che si lascia ripetutamente fotografare, fino a che non trovo il modo di sistemare messa a fuoco e flash  per fargli un riuscito primo piano. Un vero divo  peccato che subito dopo il mio scarponcino metta precocemente fine alla sua carriera artistica. Noto poco più in là le tracce di un altro cadavere di bacarozzo molto più stagionato. Qui mi sa che l'ultima volta che hanno pulito per terra c'erano ancora i Maya.

Domenica 2 marzo, 9:27 - León

 

Novità e contrattempi: ieri mattina Alejandro e le due italiane hanno noleggiato due moto e volevano che andassi con loro in giro per l'isola. Io ero deluso per l'impossibilità di andare a Solentiname... si vede che ci devono essere sogni che rimangano irrealizzati...
Insomma decido di prendere il primo traghetto per Rivas, da lì potrei sempre buttarmi su una spiaggia del Pacifico ma meglio iniziare il ritorno. Strano viaggio, durato forse troppo poco, ma i bilanci si fanno sempre al ritorno. Così da Rivas vado dritto a León, vicino alla costa pacifica e alla frontiera honduregna. Ho sentito dire che ci sono barchini che portano fino in Guatemala più rapidamente ed economicamente che l'autobus. Scoprirò solo una volta arrivato che è vera solo la prima parte: sono viaggi di lusso dove ti vengono a prendere in albergo col fuoristrada e fai tutto un giro piuttosto bellino... a 135 dollari a cranio... mi costa quasi meno andarci in aereo... però da un altro porto ci sono dei ferry che vanno in Salvador saltando l'Honduras e qiundi evitando due inutili controlli doganali. Vedremo...
Comunque León è carina e l'ostello dove mi ospito pure. E' un po' pieno per cui finisco in un letto a castello, in quello di sopra. Sono letti artigianali, piuttosto solidi e molto alti, la scaletta non c'è quindi mi devo arrampicare sulle travi di sostegno, sempre preoccupato per la mia gamba... mollo lo zaino e mi faccio un giro per il centro. C'è gente, architettura coloniale di case basse... ricorda un po' San Cristóbal senza arrivare ad essere così bella ma è gradevole. Per cena provo un ristorante cinese: a differenza che da noi qui come sapevo già non sono affatto economici, ma il piatto che ordino è abbondantissimo, menomale perché non avevo pranzato. Torno in albergo, chiacchiero un po' con la cameriera del bar, molto simpatica, che studia ingegneria - energie alternative. Poi rimango un po' al computer, altri dell'albergo vanno giro a bere e ballare ma io non ho molta voglia. E' ormai quasi l'una quando entro in stanza. Il buio è completo e mi arrampico quasi a tentoni, non oso neanche mettere il computer nell'armadietto per non svegliare nessuno. Dopo un'oretta e mezzo tornano due ragazze che invece accendono tranquillamente la luce per tutto il tempo necessario per mettersi a letto. Approfitto per andare a bere un po' d'acqua (in Nicaragua generalmente l'acqua di rubinetto è potabile) e poi provo a riaddormentarmi.
Ci riesco, ma verso le 3 e mezzo mi sveglio, il letto trema un po', si sente come una vibrazione. Penso "oddio il terremoto". Resto calmo, dubitando se scendere scalando il letto come al solito o se scendere giù con un balzo. Gli altri in stanza dormono tutti, inizio a sentire il tetto scuotersi e allora mi decido sciaguratamente per il balzo. Sarà per i letti alti, o per il sonno, ma sbaglio a valutare l'altezza di qualche decina di centimetri. Il pavimento sembra non arrivare mai. Istintivamente mi freno con le braccia contro il materasso e l'armadio, tirando giù anche il cuscino. Atterro disastrosamente, tutto storto, il botto della caduta riesce a svegliare un paio di ragazze, le tranquillizzo a mezza voce, mi verrebbe da ridere per la caduta tipo Wile Coyote ma mi fa troppo male dappertutto. Prima che mi scenda l'adrenalina riesco a risalire sul letto e faccio un primo bilancio, cosa non facile nel buio più totale:
- contusione/abrasione al gomito sinistro. Niente di serio
- contusione/distorsione al ginocchio sinistro: lieve, dovrebbe passare in un paio di giorni senza impedirmi di camminare
- forte dolore a entrambi i lati del petto. Mi fa male, e molto male quando tossico. Mi metto una mano sul torace dal lato sinistro ed è tutto uno scricchiolio di costole, ma magari è solo che cadendo mi sono incriccato (cosa assolutamente certa). Mi do' un 50% di avere una costola rotta dal lato sinistro e un 20% un'altra dla lato destro. Una cauta esplorazione esclude perlomeno fratture scomposte quindi posso aspettare la mattina e vedere come mi sento
- leggera contrattura polpaccio destro: una scemenza, dovrebbe passare in poche ore
Intanto un'oretta dopo risento il tremito e il tetto scuotersi. Mi sento un perfetto imbecille: allora non era un terremoto! Non ero mai stato a León prima, magari qui accanto passa un treno o qualcosa del genere e io come un cretino mi sono spiattellato al suolo! C'è poco da ridere, mi fa male sul serio, dormo fino verso le sette poi mi sveglio, come previsto la contrattura è sparita e la contusione al gomito è leggera e non la sento... il ginocchio è leggermente gonfio ma niente di grave, il problema restano le costole. Non c'è niente da fare, mi alzo, scendo con enorme difficoltà e vado a chiedere al custode dov'è l'ospedale.
Intanto scopro che il terremoto c'è stato eccome! 6.4 Richter, con l'epicentro qui vicino, la gente è scesa gridando in strada, sono i miei compagni di stanza ad avere un sonno di piombo. Se penso che il terremoto non li ha svegliati ma la mia caduta sì.. devo proprio aver fatto un bel botto!! C'è poi stata una seconda scossa di assestamento da 3.5. I conti tornano. Poi il custode mi dice - e non sarà l'ultimo - che potrebbe essere solo un dolore muscolare, e me lo auguro, e mi dice che una costola rotta fa un male cane. Sarà: quando me la sono rotta io più di 10 anni fa sono rimasto sul terreno con fiato mozzato per degli interminabili secondi, poi però mi sono rialzato, l'arbitro mi ha sbattuto sul naso il cartellino giallo (oltretutto!!!) e ho tranquillamente finito la partita con una costola rotta, giocando pure piuttosto bene: me ne sono accorto la notte. Mi ricordo anche una partita finita ai rigori con un polso incrinato, e ne ho pure presi due su tre... va beh per fortuna nel povero Nicaragua gli ospedali sono gratis anche per i turisti, a differenza dei ricchissimi Stati Uniti. Vado a piedi fino all'ospedale, ed è dura perché mi fa male praticamente a ogni passo. Lì mi fanno andare al piano di sotto, l'ospedale è persino più sporco e bruttarello dei nostri, faccio pazientemente la fila, la dottoressa non sembra aver voglia di ammazzarsi di lavoro ma alla fine sono efficienti: mi manda a fare una radiografia che arriva immediatamente sul suo computer. Dopo un po' il responso: per fortuna è solo un forte stiramento muscolare di entrambi i muscoli dorsali (credo). Ritorno a quando ho cercato di attutire la caduta con le braccia. Porca miseria che imbecille. Mi prescrive un antidolorifico o antinfiammatorio non so bene, tre volte al giorno per 5 giorni. Insomma da un parte molto meglio perché una o due costole rotte ci mettono un mese a guarire, ma per 5 giorni probabilmente starò peggio che con una costola rotta. Mi fa male anche sollevare il braccio, peggio prendere il pc o una bottiglia d'acqua: in albergo conosco un italiano e faccio molta fatica anche a dargli la mano!!
Insomma sto tipo 95enne acciaccato, ora devo decidere che fare, a occhio oggi è meglio che resto qua e vedo come reagisco alle medicine, perché mi sembra improbabile potermi spostare zaino in spalla. Devo anche cambiare i soldi perché non prevedevo di restare un'altra notte, ed è domenica, va beh in qualche modo farò...

ore 11:00 

 

trenta gradi e sono appena le 11... comunque col ventilatore in camera si sta benissimo.
prima avevo fatto una passeggiata per Managua...
volevo andare alla laguna di Tiscapa, non lontano da qui. La signora dell'albergo mi dà le indicazioni e mi raccomanda preoccupata di fare attenzione e di nascondere la macchina fotografica, perché è una brutta zona. "Magari sotto la maglietta" che mi sembra piuttosto ridicolo. Comunque capisco male le indicazioni della signora e finisco in quella che credo la direzione sbagliata (prima di uscire avevo dato un'occhiata alla piantina). Chiedo a un'altra signora che gentilmente mi dà l'indicazione giusta, è meglio prendere un taxi o l'autobus, fa più o meno la stessa strada così prendiamo l'autobus insieme "ma per carità stia attento". Qua l'autobus si prende solo con una tesserina elettronica, così mi paga il biglietto (ovviamente la rimborso), e durante il breve tragitto continua a raccomandarsi perché questa è una zona "rossa" - nel senso di pericolosa - e neanche gli autobus sono sicuri, si offre anche di darmi un sacchetto di plastica per nascondere la macchina fotografica... sull'autobus vedo una donna poi un'altra, con magliette commemorative di Hugo Chávez. Non hanno l'aria di essere intellettuali o militanti, ma anche questo è il Nicaragua... quando arriva la mia fermata la mia accompagnatrice mi spiega come arrivare e m'incammino.
Non so bene come si faccia a "stare attenti", oltre che ovviamente guardarsi intorno e tenere una mano sulla macchina fotografica. Che poi per fortuna è un baracchino di poco valore... inizio a risalire la strada che per fortuna è parecchio trafficata, costeggio un'enorme caserma che credo sia il quartier generale dell'esercito, e arrivo in pochi minuti alla laguna...

che è carina ma non si può accedere, del resto ho letto che è parecchio inquinata. scatto qualche foto, certo mi seccherebbe perdere la macchinetta per tre foto a una laguna...

intanto il mio navigatore interno mi conferma l'impressione iniziale: la signora mi ha fatto arrivare dal lato Est della laguna, mentre l'albergo è dal lato Ovest. Se seguivo l'istinto o le indicazioni di quella dell'albergo risparmiavo quasi un chilometro... vabbè che l'ho fatto con l'autobus, ma al ritorno mica detto che trovi qualcun altro che mi offra il suo tesserino, mi sa che mi tocca farmela a piedi. Ma visto che la strada prosegue, vuoi vedere che se continuo per di qua ritorno all'albergo e già che ci sono passo per la zona più alta della collina, da dove pare ci sia un bel panorama di tutta Managua? Così continuo a camminare lungo la laguna, c'è un bel ponticello colorato...

un tizio in moto rallenta, si ferma, mi chiama, è un ragazzo. Mi avvicino con moderata diffidenza: assumo che qui chi ha i soldi per una moto non rapina passanti, anche se la moto potrebbe essere rubata. Poi sta trasportando una tanica di qualcosa, ad ogni buon conto mi fermo alla giusta distanza. Mi chiede di dove sono, rispondo "di Roma". "Stai attento perché più avanti c'è un quartiere pericoloso e con quella macchina fotografica..." e prosegue con le raccomandazioni... ok va bene ho capito mi arrendo. Se pure i passanti si fermano per avvisarti... Come si dice in Messico, "la tercera es la vencida". Lo ringrazio e faccio dietrofront. Non è solo per il rischio di venire rapinato sul serio, ma che se davvero dovesse succedere, dopo aver ignorato ben tre avvisi di locali, farei davvero troppo la figura dell'imbecille! Noto comunque un bell'aspetto solidale: in Messico col cavolo che ti avvisano se ti vai a cacciare in un posto pericoloso. Anche a Roma del resto c'è una leggerissima tendenza a farsi gli affari propri...

ritornando vedo dei murales carini che all'andata avevo visto solo di sfuggita, poi oltrepasso dei venditori ambulanti,

un monumento a Chávez...

svolto a destra e ritrovo la strada dove ho preso l'autobus...inizia a far caldo e anche con le maniche rimboccate la mia maglietta a maniche lunghe non è esattamente l'ideale...
Qui i chiusini non hanno proprio griglia, così sul bordo della strada ci sono dei veri e propri pozzetti che se ci finisci dentro ti rompi qualcosa quasi di sicuro...

ne trovo uno più grande che potrebbe "ingoiare" anche la ruota di un'auto... insomma meglio guardare dove metto i piedi anche se è difficile farlo se contemporaneamente mi guardo le spalle e per giunta cerco pure di dare un'occhiata in giro...


Arrivo facilmente alla strada dell'albergo, c'è una casa verde interessante, arrivo fino a "casa" ma ho sete e proseguo in cerca di qualcosa da bere. L'albergo non è carissimo per le stanze ma la caffetteria sì, e molto. All'angolo trovo un posticino aperto e mi godo un magnifico frullato di maracuya... lo pago circa 70 centesimi di euro... chiedo alla propietaria dov'è una banca dove possa cambiare euro, me la indica ma... mi raccomanda di fare attenzione, di nascondere la macchina fotografica... va bene pietà ho capito! Va bene che il Nicaragua è il più tranquillo dei paesi del Centroamerica (almeno rispetto a Guatemala, Honduras e Salvador), ma Managua è la città meno sicura, e a quanto pare sono in una zonaccia... comunque torno in albergo e nascondo la cazzo di macchinetta, mi sa che finché non lascio la capitale non la ritiro fuori... e naturalmente mi è passata la voglia di continuare a passeggiare per Managua... almeno fino a stasera, quando spero che Nora potrà farmi da guida...

il cielo di Managua

il cielo di Managua

Martedì 25 febbraio ore 5:54 - Managua

Era  tanto che non mi svegliavo così presto. E' che ieri, probabilmente stanco per i due giorni passati in pullman, sono stramazzato a dormire poco dopo le dieci quindi le mie otto ore di sonno le ho fatte...
Il viaggio è stato gradevole: all'altra fermata nella capitale salvadoregna mi sono ritrovato come vicina una francese simpatica. In realtà visto che avevo fatto nottata ho passato le prime ore del viaggio a dormire, poi abbiamo fatto quattro chiacchiere: studia medicina naturista ed è istruttrice di nuoto, una persona molto diversa da me quindi ma questo è uno degli aspetti positivi di questi viaggi. Curiosamente le veniva da parlare in inglese, mentre io ovviamente volevo fare un po' di esercizio di francese. Le formalità alla frontiera sono state meno estenuanti che in Salvador, anche se curiosamente hanno fumigato l'autobus credo per qualche epidemia del bestiame. Comunque un viaggio gradevole: ho dormito la maggior parte del tempo, e quando ero sveglio avevo con chi chiacchierare. Mi ha fatto vedere le foto che ha fatto, con un'ottima Nikon semiprofessionale, e tre o quattro foto mi hanno davvero colpito.
Arrivati a Managua verso le cinque lei prosegue per Granada, una delle mie prossime tappe almeno credo. Io invece resto a Managua, rimedio una Sim locale ma Nora non risponde. La becco su Facebook, oggi non è stata bene e ha staccato la suoneria del telefono. Ci vedremo domani, intanto mi consiglia un albergo, devo dire niente male anche se in questa stanza non c'è l'acqua calda, e costa ben 21 dollari...
Non ho molto da fare, sto un'oretta al computer e mi affretto ad andare a cenare: anche qui chiudono molto presto, al massimo verso le nove. Ristorantino molto semplice ma gradevolissimo con una proprietaria allegra, piena di vita, con tre o quattro figli di varie età attorno. Davvero una bella immagine di una famiglia unita e felice. Tra l'altro appese fuori trovo una ekurriña e una bandiera boliviana. Evidentemente sono compagni, e in Italia non è certo facile trovare una trattoria qualunque con queste bandiere, che sono lì non per gli avventori ma per i proprietari. Durante la cenetta semplice ma gradevole la musica è quella dei Beatles... Mi piace...
Poi torno in albergo - che è a un passo - sto un altro po' al computer e poi stramazzo... ora aspetto che sia ora di colazione e poi vedo cosa combinare in giornata, qua a Managua c'è un parco naturale magari ci do un'occhiata.

il cielo di Città del Guatemala

Domenica 23 febbraio ore 1:50 - San Salvador

Per risparmiare qualche soldo, e convinto di andare a letto presto (in Salvador non conosco nessuno e non avevo nulla da fare) ho scelto l'autobus che parte alle 5, invece di quello delle 3. Vista l'ora, mi toccherà far nottata perché se dormo poi chi si sveglia alle 4 quando c'è da fare il "check-in".
Stamattina ho preso il taxi per cercare senza successo di cambiare Euro in un centro commerciale, perlomeno ho fatto una discreta colazione in una caffetteria italiana: caffelatte e pastarella. Poi ho letto un po' il giornale per passare il tempo aspettando il bus:
- senzatetto trovato ucciso e con gli occhi strappati. Insieme ad altri disgraziati, dormiva in un terreno di proprietà di un marero in galera. Evidentemente ha visto qualcosa che non doveva vedere e la mara ha voluto dare un esempio. Gli occhi sono stati trovati a una decina di  metri dal corpo. Gli sono stati strappati quando era ancora vivo.
- catturato "El Chacal" (lo sciacallo), noto killer della Mara Salvatrucha che andava ad ammazzare uno della Mara 18. Gli trovano una pistola eccetera eccetera.... torno indietro e rileggo un paragrafo perché c'è qualcosa che non mi torna. Ah si ecco: il killer ha 16 anni.
- condannati a oltre un secolo di galera a testa membri degli "Zetas", la più feroce banda di narco messicani. La maggioranza sono guatemaltechi, più tre capi messicani. Nell'articolo si apprende che reclutavano militari messicani e guatemaltechi, preferibilmente kaibiles. (http://solenascenteblog.wordpress.com/2013/09/24/i-kaibiles-guerrieri-del-male/). Sono stati condannati per aver massacrato 27 contadini: sono stati decapitati e squartati, e col sangue è stato scritto un messaggio di minaccia per un boss rivale. I contadini non avevano fatto nulla, il massacro serviva appunto a rendere più "credibile" il messaggio.
- trovato il corpo di uno lapidato...
insomma non è che mi andasse poi più di tanto di continuare a leggere... poi è arrivato il pullman, a parte l'aria condizionata a palla e i film orrendi viaggio tranquillo fino alla frontiera, dove ci toccano controlli lunghi e farraginosi, la mia vicina di posto lavora nel turismo e si secca, è un po' sergente di ferro ma molto efficiente. C'è una messicana mezzo gringa che viaggia con un'amica statunitense e ha il visto scaduto, così perdiamo un'altra mezz'ora... finalmente le fanno lo sconto sulla multa, paga e si riparte.
Arrivati alla capitale decido di andare all'ultima fermata dove c'è l'albergo più economico. E' scamuffo ma pensavo peggio. C'è internet e anche una doccia che se ho tempo collauderò. Però non c'è da mangiare. Nulla, nisba, nada de nada. Alla fine esco con gli americani (sono un gruppo di cinque) per andare a mangiare a un distributore e chiacchieriamo un po': vanno in Costa Rica perché fanno dei progetti ecosostenibili, sembrano carini. Poi m'imbatto casualmente in un nicaraguense e un guatemalteco che mi offrono una birra e qualche sigaretta. Lunga chiacchierata quindi con un falegname/muratore guatemalteco  emigrato la prima volta negli Usa a 16 anni (da clandestino ovvio) e un agronomo che in Messico ha preso il dottorato, ha trovato moglie, fatto un figlio e ora vive là, è stato anche un anno a Cuba. Fanno tutti e due discorsi di sinistra, specialmente il nica, anche se è un po' moderato ma comunque si parla di tutto, dai viaggi ai nomi buffi (alla lista di nomi strampalati della costa atlantica del Nicaragua possiamo aggiungere Coca Cola e J. F. Kennedy), anche il guatemalteco si chiama Cid Lombardo che non è male. Poi mi collego un po' su Facebook e inizio a scrivere queste righe, mentre si preparano i passeggeri del primo autobus e così saluto gli americani, i due amici intanto mi invitano a riunirmi a loro ma sono un po' brilli e preferisco rimanere al computer. Poi tento di fare una doccia, lo scaldabagno non c'è proprio e quindi l'acqua è freddina ma almeno mi do un'insaponata anche se non c'è lo shampoo... e ora si riparte...

Sabato 22 gennaio ore 22:51 - Città del Guatemala,

A pranzo vado in un locale che si vede da fuori che è di evangelici e infatti dentro la tv è accesa su un altro predicatore pazzo.
"La preghiera è un atto violento contro il peccato. Bisogna essee violenti contro il demonio... Gesù Cristo ha detto che il regno dei cieli si conquista con la violenza!"
Purtroppo non è esattamente teologia della liberazione.
Poi nel mezzo del discorso "un applauso per lo spirito santo!!", più avanti "un bell'applauso per il Signore!". Sembrava  Mike Buongiorno, quasi ti aspetti di vedere entrare in studio svolazzando una colomba che si presenta per il domandone... non sono un esperto, ma applaudire Dio non è leggermente blasfemo per un credente? Io vedo un cantante, un calciatore, un politico. Lo giudico. Se non mi piace lo fischio, se mi piace lo applaudo. Ma tu Dio non lo giudichi. Casomai è lui che giudica te. Mah... inizio a sospettare che questi "pastori" studino teologia sulla settimana enigmistica. Però qui in Guatemala sono la religione maggioritaria. Mamma mia.

Poi di nuovo in cammino... viaggio senza eventi di rilievo, arrivo a Città del Guatemala, faccio un pezzo a piedi e arrivo ad una compagnia di autobus. Lì scopro che per Managua l'autobus parte alle 2 di domani pomeriggio! Oltretutto arriva il giorno dopo. Sarei  tentato di lasciar perdere, ripensandoci allora potevo andare a Tegucigalpa e visitarla un giorno... a saperlo comunque restavo un giorno in più a Reu...
Comunque decido di prendere il biglietto e di restare in questo kz di albergo. Sapevo già che quelli delle compagnie di autobus hanno un pessimo rapporto qualità-prezzo. Sono le sei e faccio un pranzo/cena molto semplice, che mi va bene perché non ho pranzato, ma è dovuto anche al fatto che se ne stanno andando tutti. Alle 7 infatti resta solo il guardiano notturno, alla faccia dell'albergo da 200 quetzal a notte. Torno in stanza e mi do un'occhiata intorno: finestrella minuscola tipo cella, stanza piccola con televisore piccolo e vecchio e senz'aria condizionata. Naturalmente queste ultime due cose mi vanno benissimo perché l'aria non mi serve e la tv non conto di guardarla. Ritrovo finalmente i famosi scaldabagni assassini, quasi mi mancavano. Intanto ho rappezzato alla bell'e meglio il cavetto dell'alimentatore del pc, e ne approfitto per rimmettermi in pari con internet.

La simpatica doccia assassina
Poi provo a farmi la doccia ma anche aprendo il rubinetto al massimo esce pochissima acqua. E fredda. Provo a vedere se c'è un interruttore da qualche parte per accendere lo scaldabagno, ma quando tocco la parte di sopra dell'aggeggio parte uno scintillone bello grosso con tanto di favilla che vola per terra. Cazzo. Mi metto le scarpe, e aiutandomi con la maglietta con molta prudenza riesco a chiudere quasi del tutto il rubinetto. Dopo un'oretta riuscirò a farlo finire di gocciolare. Ovviamente stanotte mi sa che rimango zozzo. Preferisco vivere.

Giovedì 20 febbraio - Retalhuleu

Penultimo giorno qua, credo.
Nei due giorni in cui non ho scritto non ho combinato niente di speciale, ad organizzarmi meglio restavo qua due giorni di meno e vedevo più cose. Sento la necessità di partire come una molla che si carica poco a poco.
Naturalmente non è che non sia successo proprio niente. Oltre alle interessanti chiacchierate politiche con E., ecco alcuni frammenti degli ultimi due giorni:
è ripassata a trovarci W., l'amica di C., abbiamo fatto una passaggiata e siamo passati a quella che probabilmente è l'unica lavanderia della città perché volevo lavare un po' di vestiti sporchi. C'era una signora che mi ha detto il prezzo e ha preso in consegna i vestiti. Mentre aspettavo c'era un'altra della lavanderia, una donna sui 35, carina. Ci siamo guardati negli occhi per un po'. Poi la bella lavanderina ha tirato fuori dal frigo (sì c'era un frigo nella lavanderia, è che vendono anche frutta gelata e immagino succhi e bibite) una banana infilzata su uno stecchino e ha cominciato a mordicchiarla e succhiarla sulla punta... guardandomi fisso negli occhi :) Allora anche io che sono piuttosto distratto mi sono domandato "ma non sarà che ci sta leggermente provando?".
...mi sono collegato un po' nell'internet caffè del cugino di C., che suona e canta non male anche se non è il mio genere...
Reu è molto più tranquilla della capitale, ma non vuol dire che non ci siano  pericoli. Ad esempio, qualche sera fa passeggiando di notte un tizio ha salutato C., che poi mi ha detto che era un rapinatore che lei conosce per via delle campagne di profilassi contro l'Aids. Non lo avesse conosciuto, ci avrebbe rapinato seduta stante, non parliamo poi se fossi stato da solo.

...ho provato l'ebbrezza di andare in 3 in scooter senza casco... per fortuna andavamo pianissimo. L'ultima volta è stato a 16 anni, a Mogadiscio, ma la moto era una Honda 400 guidata per fortuna abilmente ma molto velocemente da un amico. Io ero l'ultimo dei tre e ad ogni accelerata rischiavo di finire per terra... Qua invece guidano discretamente disciplinati e prudentemente, almeno in città. Giorni fa ho chiesto a C. di provare il suo scooter, lei ha acconsentito, e ho scoperto che questo 150 di fabbricazione cinese non era un fulmine di guerra ma nemmeno l'orrido polmone che supponevo da come lo guidava. Non andavo certo forte ma ho dovuto rallentare perché lei aveva paura e credo mi abbia considerato da quel momento in poi una specie di Valentino Rossi.

...asciugato e rivestito da una minidoccia lampo perché qui maledizione non c'è scaldabagno ed ero semicongelato
...vado a ninna solo soletto... beh no: ci sono tante zanzare a farmi compagnia...

20140217_161545.jpg

domenica 16 febbraio, ore 0:10

Sono ospite a casa di C., purtroppo qua sono senza internet quindi non posso né vedere le notizie né pubblicare queste note di viaggio.
Comunque anche stamani mi sono alzato tardi, sono andato a far colazione poi siamo andati a pranzo, abbiamo fatto una lunga passeggiata e siamo andati a trovare un'amica sua molto simpatica che sta facendo il militare. La mamma è malata di diabete (come C. e molti dei suoi familiari) e per fortuna le figlie emigrate negli Usa riescono a mandarle i soldi per le cure. Ci ha accompagnati a casa, e siamo stati un po' a chiacchierare... Domani spero si riesca ad andare al mare...

15 febbraio ore 0:48 - Retalhuleu

Sempre qua... inizio ad annoiarmi un po'.... per fortuna domani e dopo dovrei muovermi di più...
Ieri ero andato a dormire tardi, mi sono alzato verso le dieci, è passata C. in albergo e abbiamo fatto colazione.
La lettura del giornale del mattino non è esattamente edificante ma istruttiva. Tra le notizie del giorno, un poliziotto ha ucciso due colleghi e poi si è tolto la vita. Leggendo l'articolo si scopre che i poliziotti facevano parte della polizia antidroga. Più avanti, che avevano in custodia eroina e cocaina per oltre 20 milioni di quetzal (2 milioni di euro). Le conclusioni vengono lasciate al lettore.
Oltre 200 bambini rapiti dall'inizio dell'anno: siamo a metà febbraio, non c'è male. La storia è vecchia, nei pochissimi casi in cui le indagini non finiscono nel nulla, si scopre che il bambino è stato venduto dalla madre non in grado di sfamarlo, mascherando la vendita da sequestro. Oltre al giro delle adozioni clandestine, i bambini finiscono in quello della pornografia infantile e del trapianto d'organi. Lo dico con calma e freddezza perché per me non sono notizie nuove, solo si è passati da 50 bambini al mese della fine degli anni '90 a oltre cento a metà anni 2000 ai 200 di adesso. Ma è una delle cose più esecrande che avvengano su questa terra... sul giornale c'è un sondaggio sulle ragioni della complicità degli impiegati pubblici in questi sequestri. Che ci siano ufficiali dell'anagrafe e altri pubblici funzionari corrotti e coinvolti viene dato per assodato.
Tre esecuzioni, un paio di morti per rapina (anche se credo che sia solo un campione: le rapine non fanno molto notizia), hanno anche arrestato una 22enne che raccoglieva il pizzo sui camion della spazzatura. Denuncie e controdenuncie nel caso di un futuro candidato alla presidenza accusato di plagio. Una giornata normale.

Venerdì 14 febbraio - Retalhuleu, ore 1:02

Stamane mi sono alzato tardino, fatto colazione con una certa difficoltà perché non si trovava proprio un posto che vendesse sia qualcosa che assomigliasse a un cappuccino che qualcosa che assomigliasse a un cornetto. Alla fine ho fatto colazione con caffelatte e un frullato misto. Qua per fortuna frullati e frappè di frutta costano pochissimo e sono pieni di frutta.
Poi ho fatto qualche foto e raggiunto C. che oggi stava davanti a una farmacia con la dottoressa e altri a fare test dell'Aids gratis. Molto interessante il modo: un banchetto per strada con musica a palla tipo discoteca e un imbonitore col microfono tipo "è arrivato l'arrotino" che invitava i passanti a farsi il test. Malgrado fosse una zona di passaggio più veicolare che pedonale, i risultati mi sembrano ottimi: 45 test (beh uno è il mio quindi diciamo che non conta) e 100 questionari compilati. Poi siamo andati a pranzo anche con la sorellina molto simpatica, mangiare ottimo e breve chiacchierata politica col proprietario del locale, che è partita dal papa per arrivare ai politici corrotti. Ho così scoperto che qui quasi nessuno sa delle encicliche "di sinistra" di Ratzinger... del resto anche in Italia le conoscono in pochi. Era già piuttosto tardi, abbiamo fatto un salto in albergo per riconfermare la stanza e poi in banca dove ho chiesto "cambiate Euro?" - "no signore" - "e dove li posso cambiare?" - "nella capitale". Breve raffica mentale di bestemmie. Forse però domani è aperta una banca che me li cambia. Così per pagare l'albergo mi son dovuto far prestare i soldi, alla faccia del turista del primo mondo!! Dopo di che ho passato un po' di tempo ad oziare in albergo e a metter su una pagina web per condividere alcune note di viaggio. E' ripassata a trovarmi C., ci ha raggiunti il suo ex e intanto abbiamo scoperto che il mio bancomat messicano qui funziona. Finché non raggiungo il massimale sono quasi ricco. Andiamo a festeggiare in una taqueria. Se mi avesse accompagnato qualche amico messicano avrebbe capito come si sente un italiano davanti alla pasta o al caffè messicani. Tanto per cominciare i tacos erano solo di un tipo, e di carne di manzo. Mi fermo qui. Non c'erano alcolici e quindi ho mangiato due tacos accompagnandoli con un gigantesco (e ottimo) frappè di fragole. Forse mescolato con qualche lacrimuccia. Almeno è sano.
Poi altra lunga chiacchierata coi due compagni, si è partiti dai maya per parlare del nazionalismo, dei predicatori evangelici tipo quello di ieri... è venuto fuori che hanno fatto una "Città di Dio", con megatempio, centro commerciale, il capo è il predicatore di ieri si chiama Cash manco a farlo apposta, del resto anche C. va a un'università evangelica perché è l'unica disponibile. Ho fatto una foto anche di una cosa del genere, una riunione di una chiesa dove arrivavano "apostoli" e "profeti" - uno era nientepopodimeno che "profeta e apostolo". Cioè in confronto chiamarsi solo "papa" è modesto no?
In confronto a questi qua i cattolici stanno iniziando a diventarmi simpatici. Se rimango qua un altro po' quando torno m'iscrivo a un'organizzazione di sinistra. Tipo l'Opus Dei.
La chiacchierata è proseguita parlando di letteratura - ho spezzato una lancia in favore di Tolkjen mentre si passava da Silvio Rodríguez a García Márquez passando per Borges, Benedetti, Pasolini - mi ha fatto piacere che C. lo conoscesse. Poi musica, un sacco di gruppi giovani messicani, cileni che dovrò conoscere perché non ci sono solo i "vecchi" (ma sempre meravigliosi) Rodríguez e Milanés. A volte la vecchiaia è anche una questione di pigrizia mentale. Pensare di non aver più niente da scoprire.
Intanto anche la discussione sull'uomo nuovo, e il dilemma se sia giusto ammettere in un movimento anche maschilisti o omofobi. Questione complessa su cui era giusto darsi la buonanotte...

giovedì 13 febbraio - Hotel Genesis, Retalhuleu, ore 01:47

E' tardi e vorrei andare a dormire... ma ho anche voglia di scrivere...
Il viaggio è andato bene: ho preso un taxi dall'albergo e sono arrivato alla stazione degli autobus. Lì mi hanno indicato una linea diretta a Retalhuleu, la famosa "capitale del mondo" di cui parlavo ieri. Intanto però avevo avuto l'impressione che il tassista si fosse fregato i soliti 10 quetzal rispetto ai prezzi normali. In autobus ho avuto di nuovo questa netta sensazione ma stavolta il bigliettaio giurava e stragiurava che il viaggio costava 100 quetzales mentre via via diventavo sempre più certo che fosse molto ma molto di meno. Alla fine l'ho costretto ad una precipitosa marcia indietro: mi ha ridato 50 quetzales dicendo che era il resto, come se non avessi capito bene. Non avevo voglia di litigare, né di protestare con la compagnia, quindi va bene così. Bella faccia di bronzo però. Viaggio comunque gradevole anche se avventurosetto: la strada principale era chiusa dalla mattina prestissimo per un incidente spaventoso, quindi siamo andati per una strada in via di costruzione, ottima fino al punto in cui è iniziato un tratto di sterrato con nubi di polvere. E' stagione di raccolta della canna da zucchero ed è pieno di camion con due, tre o anche quattro rimorchi che portano la canna agli zuccherifici. Poi altra fila perché stavano tagliando un grosso ramo di un albero sulla strada. Alla fine sono arrivato alla 3 e un quarto, con C. contentissima di vedermi. Appena è arrivata l'ho subito riconosciuta: era su un motorino senza casco...ieri avevo notato che tutti i motociclisti a Città del Guatemala avevano a) casco con numero di targa impresso sulla nuca b) giacchetto rifrangente col numero di targa. E lo rispettavano tutti! Incredibile... sono diventati un paese che neanche la Finlandia... invece la norma è rispettata nella capitale e magari in altri luoghi ma non qua: fa caldo. E infatti qui di motociclisti col casco manco uno. In teoria sarebbe anche proibito andare in più di uno in moto, ma anche di questo se ne fregano. Certo che è strano, in un paese dove non si rispettano  poi molto le leggi, imporre norme più restrittive e meno sensate persino di quelle dei più severi paesi europei... mah...
siamo andati a casa sua, abbiamo parlato un po', poi siamo usciti, lei ha fatto un salto in banca (qui chiudono alle 6 come la maggior parte dei negozi. Niente super sfruttamento alla messicana, anzi le imprese che tendono a far fare orari folli agli impiegati sono proprio imprese messicane), poi abbiamo pranzo-cenato qualcosa. Da lì altra passeggiata fino a casa del suo ex, con chiacchierata politica visto che ultimamente è entrato nella Une, il partito molto moderatamente di sinistra. Dopo un po' di chiarimenti sono arrivato a due punti fondamentali: 1) Sono a favore o contro del Cafta? O come pensano di risolvere i problemi del paese restando in quel kz di trattato di libero commercio? Mi ha risposto che proporre l'uscita dal Cafta è una specie di suicidio politico. Magari puoi farlo ma non lo puoi presentare nel programma. Mah sarà. 2)  la riforma agraria? "E' che non puoi metterti contro le 20 famiglie che possiedono il 70% delle terre". E sarà pure vero, ma allora vuole semplicemente dire che non puoi fare una politica nemmeno remotamente di sinistra che kz.
Dopo qualche altro giretto rieccomi in hotel: fine della giornata.
Qua comunque prima di andare a ninna ho fatto a tempo a farmi un fegato così alla tele
c'è un predicatore evangelico testa di kz
giovane con la faccia carina che si crede spiritoso
in confronto Renzi è un incrocio tra Gassman e Che Guevara
dice che la povertà è perché gli uomini non sanno risparmiare, le donne sono disordinate e testarde, e perché non sanno allontanarsi dal peccato e sono indisciplinati
in GUATEMALA porcod@"£$%
cioè qui la miseria non è rara o lontana migliaia di chilometri
poi co' sta faccia di k che fa pure lo spiritoso

almeno qua la sinistra vera non c'é perché li hanno ammazzati quasi tutti... non si è suicidata come da noi...

12 febbraio

rieccomi in viaggio... arrivo all'aeroporto un po' trafelato, faccio il check-in e poi faccio finalmente colazione. Non è per niente facile trovare quetzal, alla fine ce ne sono pochissimi.
Una piccola nota di merito per un'addetta ai controlli di sicurezza: è gentile e sorridente, quando mi fa passare oltre a salutare mi augura un "felice arrivo a destinazione". A volte basta poco per ricordarci che siamo tra esseri umani...
L'aereo è in ritardo, piuttosto spartano come interni ma con l'aria di essere ben tenuto. Davanti a me c'è una coppia di ragazzi italiani, chissà cosa o chi vengono a vedere... mi godo il decollo e lo spettacolo incredibile della periferia di Città del Messico vista dall'alto: in certe zone una distesa fittissima di case finisce di netto e iniziano i campi. Dopo qualche leggera turbolenza superiamo le nubi e non c'è più molto da vedere: ne approfitto per fare un sonnellino. Il pilota per recuperare un po' del tempo perduto scende con gli aerofreni, comunque anche l'atterraggio è perfetto. L'aeroporto di Aurora è un paradiso per l'aviazione generale: ci sono un sacco di piccoli aerei, specialmente bimotori a ala bassa tipo Beech Le Baron o roba del genere. Probabilmente le tasse di decollo e gli hangar costano poco, e dev'essere bello partire col proprio aeroplanino da un aeroporto internazionale. Mi domando però chi si possa permettere da queste parti un aereo privato, anche se a elica, e cosa ci deve fare. Certo per girare per il Guatemala è ottimo: i trasporti terrestri sono lenti e pericolosi da molti punti di vista. Peccato che gli aeroporti siano pochini, a mente ricordo solo l'altro internazionale di Flores e quello per voli privati di Quetzaltenango. Facile sospettare che siano narco, ma ne dubito: non sono i piccoli monomotori in grado di atterrare in qualsiasi campo di mais e ripartire con la "merce". Chissà... magari caricano qua e scaricano nel nord del Messico, o sono di ricchi guatemaltechi che ci girano per diporto o per lavoro per tutto il Centroamerica... quest'ipotesi a occhio mi sembra più plausibile.
Accantono i miei dubbi aviatorii mentre scendo dall'aereo, consegno il modulo della dogana e passo il controllo passaporti. Diversamente dal mio arrivo in Messico, nessuna domanda. Esco nell'atrio del piccolo aeroporto e mi fumo subito una sigaretta mentre riordino le idee. Mi aggancia subito un tassista, io gli chiedo quanto vuole per andare al terminal degli autobus del Sud nella zona 12 e poi lo mollo là perché devo andare in bagno e fare qualche preparativo.
Intanto ficco nello zaino la tequila e le sigarette che ho comprato al duty free, e la macchina fotografica. Molto meglio non fare vedere che sei arrivato in aereo, tantomeno che hai una macchina fotografica che in realtà è un baracchino da quattro soldi ma dalla custodia mica si vede. Poi accendo i cellulari: quello che ha batteria non ha credito quindi scambio le SIM e chiamo C.; mi dice che ormai è tardi, e che è più prudente se resto a dormire nella capitale. Mi consiglia un albergo non troppo caro nella zona 1, che pensavo fosse vicina all'aeroporto e invece manco per niente. Col tassista sono scadente nelle trattative anche se alla fine pagherò 60 quetzal invece dei 70 preventivati. Dopo un lungo tragitto nel traffico arrivo all'albergo, pago ben 180 quetzal per una camera - sono più di 20 euro che cavolo! - va beh mollo là i bagagli e faccio una passeggiata a un centro commerciale per comprare il caricatore del Nokia (è del vecchio tipo ed è difficile da trovare) e una SIM locale perché col roaming da Telcel prevedo di svenarmi in brevissimo tempo. Zona bene, parecchie ragazze carine, tutto tranquilissimo anche per l'alta densità di vigilantes col fucile spianato. Qualche venditrice ambulante indigena ti ricorda che qui questa vita apparentemente normale è riservata a una minoranza di privilegiati. Strada facendo sui muri manifesti "ni olvido ni perdón" con foto di desaparecidos... fanno tristezza ma è bello vedere che c'è chi lotta. A mettere le foto di tutti  i morti massacrati dalla dittatura in Guatemala non basterebbero i muri... immagino almeno 600 mila volti che mi guardando da ogni parete della città... non è esattamente un pensiero allegro. Per fortuna vedo anche delle scritte "Viva Sandino" e altre dello stesso tenore a firma FNL. Bene bene i compagni saranno pochi ma si danno da fare... Torno in albergo e posso finalmente fare una doccia che goduria ero davvero zozzo... non importa se l'asciugamano è di quelli per le mani - tanto non fa certo freddo - e se i rubinetti dell'acqua calda e fredda sono astutamente invertiti. Tra l'altro scopro con sorpresa che ci dev'essere un sistema centralizzato e mi perdo quindi i famosi scaldadoccia assassini del centromerica: dei trabiccoli elettrici che riscaldano l'acqua al volo prima che esca dal soffione, coi fili che corrono sul tubo dell'acqua spesso con improbabili giunte di nastro isolante. A onor del vero non ho mai sentito di nessuno che ci abbia lasciato le penne ma non doverli utilizzare non mi strazia di dolore.
Domani sveglia presto... devo andare nella capitale del mondo...

20140304_055004.jpg

DSCF3213.JPG

DSCF3219.JPG